Quantcast
Channel: Outcast » Lovers in a Dangerous Spacetime
Viewing all articles
Browse latest Browse all 2

Lovers in a Dangerous Spacetime: il trionfo dell’amore spaziale e del rosa shocking

$
0
0

In attesa di un futuro migliore, in cui poter recensire un videogiuoco semplicemente scrivendo “Compratelo!”, enucleerò alcuni concetti dall’opera rosa shocking di Asteroid Base nella maniera più contorta e vana possibile, che culminerà con la speranza iniziale, ovvero il “Compratelo!” di cui sopra.

Davvero, intanto compratelo.

Amore e inseminazione aliena.

Amore e inseminazione aliena.

Lovers in a Dangerous Spacetime, prima ancora di un bizzarro ed esilarante sparatutto, è inquieta valutazione dei gesti di tenerezza dell’amato/a, nella misura in cui il soggetto comprende che egli non ha il privilegio assoluto del gameplay. Lovers in a Dangerous Spacetime è soprattutto condivisione, confronto, sinergia, due cuori e un’astronave, abbraccio, ammonimento, risentimento, affanno, risonanza, pathos.

Il suo gameplay è come un gesto amoroso che sembra realizzare, per un momento, il sogno di unione totale con l’essere amato, è quella pratica zelante di un ascolto perfetto, di una coppia che procede contro una miriade di avversità, Renzo e Lucia di un futuro spaziale al neon, che fa dell’ascolto del compare (che impartisce ordini a destra e a manca) un fracasso intellegibile, e dell’altro innamorato un ascoltatore/esecutore mostruoso, talvolta ridotto a mera appendice pragmatica. In Lovers in a Dangerous Spacetime, mentre si viaggia fra gli astri alla ricerca dell’amore (la forma d’energia sovrana), tutto è unione, ovvero l’unico e semplice piacere, la gioia senza mescolanza, la perfezione dei sogni, il fine ultimo di ogni speranza sci-fi: collezionare coniglietti astrali, rosa shocking, ovviamente.

E in fìeri, dinanzi a mostri e pericoli che provengono ineluttabilmente dallo spazio profondo, tutto si ribalta, i ruoli s’invertono, c’è chi si affanna al timone, chi si precipita a governare scudi o ritrovati bellici e chi corre su e giù affannosamente, districandosi tra le scalette dell’amore, nel tentativo di raccattare piccoli bonus e adorabilissimissimi regalini.

Lovers in a Dangerous Spacetime è purissima sinergia da divano condiviso: la tondeggiante astronave (se ne sbloccheranno tante altre, sempre più folli) rifugge qualsiasi tipologia di automatismo e ogni marchingegno (quattro bocche da fuoco, un motore, un cannone dalla lunga gittata, scudo al plasma, mappa e tanto altro ancora) va manovrato brevi manu. È, insomma, un’OMI che si erge a turgido baluardo della co-op come non se ne vedevano dai tempi di Double Dragon, che non qui c’entra assolutamente nulla, adesso andate pure a denunciarmi ai carabinieri.

Neppure una misera traccia di online, in Lovers in a Dangerous Spacetime si comunica con la bocca, con le gomitate, con urla, improperi, schnell!!! schnell!!!! nordsudovestest, sopra sotto destra e sinistra, vai là, torna qua, cazzo fai, porca troia, attento all’asteroide, io penso ai cannoni, tu pensa agli scudi, ma chi controlla il tondo astrocoso?!?!!!

Che bellezza. Tutto. Davvero.

Dammi tre parole: astronave, cuore e amore.

Dammi tre parole: astronave, cuore e amore.

Lovers in a Dangerous Spacetime è puro e rarissimo appagamento, i suoi soggetti videoludici ricercano con ostinazione la possibilità di ottenere una totale soddisfazione del desiderio implicito nello shooter amoroso e di conseguire un successo completo e come eterno di questa relazione siderale. Il giochino di Asteroid Base è immagine paraludodisiaca del bene supremo del dare, del ricevere e dello sparare a trecentosessanta gradi.

Giocarlo da soli è possibile, ma il singolo giocatore privo d’un compagno sperimenterà un senso di tristezza amplificato dalle intenzioni del gameplay. La sua solitudine non sarà quella di un individuo, infatti, ma una solitudine di sistema. Bussate al vicino, prendete un clochard per strada, chiedetelo a Mafalda o alla cassiera bona del supermercato, mettetegli/le un joypad in mano, ditegli/le ti amo e giocatelo entrambi nudi.

L’avete comprato? Cazzo, sì!

frechete

Ho giocato Lovers in a Dangerous Spacetime su PC, per la prima volta nel corso della GDC 1492 a San Francisco con giopep, poi a casa mia con Stefano “Ti porto un po’ di pesto da Genova” Talarico e poi con quella che, nel frattempo, è diventata mia moglie, ovvero Myriam Fotone. Il tasso di sfida, almeno dal secondo mondo (dei cinque) in poi, s’impenna. Certe volte diventa scomodo come un grosso dildo rosa infilato su per l’ano, ma bene così, ci sta. L’amore non è mai semplice. 

The post Lovers in a Dangerous Spacetime: il trionfo dell’amore spaziale e del rosa shocking appeared first on Outcast.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 2

Latest Images

Trending Articles





Latest Images